Il radon è un gas nobile, inerte e radioattivo, che si forma dal decadimento α del radio, generato a sua volta dal decadimento α dell’uranio.

Ha origine naturale, è inodore, incolore e insapore. Possiede caratteristiche che non lo rendono percepibile e pertanto è molto difficile da individuare e ed è ancor più complesso quantificarne la presenza.

Si tratta di un gas molto pesante, pericoloso per la salute umana se inalato in quantità significative. La radioattività del radon si misura in Becquerel (Bq).

Il radon è presente in tutta la crosta terrestre. Si trova nel terreno e nelle rocce in quantità variabile. Il suolo è quindi la principale sorgente del radon che arriva in casa, e pertanto i locali a diretto contatto con il suolo (ad es. cantine, scantinati, taverne, garage, ecc.) sono maggiormente a rischio. Trattandosi di un gas, può spostarsi e sfuggire dalle porosità del terreno, disperdendosi nell’aria o nell’acqua e può arrivare ad irradiarsi anche negli ambienti dei piani più alti.

Il pericolo maggiore del gas radon è correlato all’inalazione: inspirato in grandi quantitativi e per periodi prolungati, può provocare seri danni alla salute dell’uomo, in particolare ai polmoni, qualificandosi come seconda causa di rischio per l’insorgenza di tumori dopo il fumo.

L’aspetto positivo è che difendersi dal radon è relativamente semplice: in prima battuta basta areare i locali nei quali è riconosciuta la sua presenza.

Gli effetti più dannosi del radon non sono però dovuti al radon in sé, bensì dai suoi “prodotti di decadimento”, cioè ad altri elementi radioattivi non gassosi generati dal radon che, attaccandosi al particolato atmosferico presente in ogni ambiente, entrano facilmente in profondità nell’apparato respiratorio irraggiando in particolare le cellule dei bronchi.

Dopo questa breve premessa, evidenzio che il compito principale dell’Amministratore, soprattutto nel caso in cui il Condominio fosse titolare di un rapporto di lavoro subordinato, è quello di far eseguire analisi finalizzate ad individuare la presenza del radon all’interno dello stabile.

In caso di presenza, a seconda del risultato ottenuto, si potrà valutare l’opportunità di procedere a bonifica.

E’ importante segnalare che il Ministero della Salute, nel 2002, ha provveduto all’elaborazione di un Piano nazionale radon (PNR), finalizzato a preventivare tutte le azioni necessarie per affrontare e contenere il problema radon, e per salvaguardare la salute dei cittadini.

In Italia la competenza a trattare le questioni relative la tutela, la sicurezza e la prevenzione degli infortuni negli ambienti di vita è demandata all’ISPESL, così come previsto dall’art. 1 del Decreto legislativo 268 del 1993, e successivamente confermato dal Decreto del Presidente della Repubblica del 4 dicembre 2002, n. 303.

Gli enti preposti alla misurazione del radon nelle abitazioni e nei luoghi chiusi sono le ARPA, a cui si può fare riferimento per adottare provvedimenti di bonifica nei casi di superamento dei limiti di legge.

In Italia non c’è ancora una normativa per quanto riguarda il limite massimo di concentrazione di radon all’interno delle abitazioni private. Si può fare riferimento ai valori raccomandati dalla Comunità europea di 200 Bq/m³ per le nuove abitazioni, e 400 Bq/m³ per quelle già esistenti.

Per gli ambienti di lavoro il D. Lgs. 26/05/00 n. 241 fissa un livello di riferimento di 500 Bq/m³, superato il quale il datore di lavoro deve valutare in maniera più approfondita la situazione e, se il locale è sufficientemente frequentato da lavoratori, intraprendere azioni di bonifica.

Di seguito due importanti pdf sull’argomento:

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